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04/03/09

Al via “Progetto famiglia” per formare i volontari


Castellammare di Stabia. Volontari e bambini da formare per recepire i disagi ed affrontare le difficoltà sociali. E’ l’obiettivo dell’associazione “Progetto famiglia” che ha avviato due programmi in tema che si terranno nell’area vesuviana ed in quella stabile. Il primo consiste in un ciclo di incontri che l’onlus porterà avanti fino a giugno presso scuole, parrocchie e associazioni alle falde del vulcano. Un’intenzione che si inserisce nell’ambito del “Bando di Idee2008” del Centro Servizi per il Volontario di Napoli, avvalendosi del partenariato della Caritas Diocesana di Nocera Inferiore- Sarno. E’ Marco Giordano, responsabile dell’ambito affido del “Progetto Famiglia”, a parlare dell’iniziativa: “Su certi argomenti è importante partire proprio dai bambini – ha spiegato- la loro sensibilità può aiutare noi adulti ad essere più attenti alle situazioni problematiche che molte volte non riusciamo a percepire”. L’onlus, inoltre, intende pure educare alla cultura della mondialità in un momento in cui aleggia una preoccupante xenofobia: “Gli stranieri- precisa Giordano- ed in particolare le famiglie immigrate in Italia non devono essere trattate con diffidenza. Abbiamo la concreta possibilità di estendere l’esperienza delle reti di prossimità familiare anche ai minori ed a chi si trova a combattere quotidianamente con espressioni di razzismo. Corsi, in tal senso, sono stati promossi per i volontari che lavorano a contatto con i piccoli in condizioni di disagio. Nello specifico le attività sono indirizzate a preparare persone che sappiano affrontare piaghe come il bullismo, la dispersione scolastica, l’integrazione culturale e il maltrattamento minorile. Drammi all’ordine del giorno nel territorio vesuviano e stabile. Anche questo secondo programma, ospitato dalle parrocchie del Carmine di Castellammare e dell’Immacolata Concezione di Torre Annunziata, è partito la settimana scorsa e terminerà a giugno: “I servizi sociali non possono fronteggiare da soli  problemi legati al disagio minorile- conclude Giordano- c’è bisogno di una profonda sinergia fra volontari e operatori pubblici, per fare questo è essenziale un’opportuna formazione”.

(IL ROMA)

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Extra: IL ROMA