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12/05/11

Affido familiare, un bene grande


Per dare voce ai bambini, ‘pezzo di società che non vota’

“I figli degli altri sono anche figli nostri”. Questo il leit motivo della conferenza stampa di presentazione della “Settimana del diritto alla famiglia” (9- 15 maggio 2011), che si è tenuta il 4 maggio a Roma, nella sede di Casa Betania, struttura d’accoglienza che dal 1991 a oggi ha ospitato 300 mamme e bambini in difficoltà. A dieci anni dall’entrata in vigore della legge 149 di riforma dell’affido sono 23.100 i minori in Italia che non vivono né con i genitori né con i parenti. Di questi, 15.500 sono ospiti di strutture residenziali, mentre 7.600 crescono in affidamento familiare. Attraverso la Settimana, che ha per tema “Famiglie insieme, promotrici di accoglienza”, l’associazione “Progetto famiglia” (www.progettofamiglia.org) intende rilanciare il tema dell’accoglienza familiare dei minori. In programma incontri e dibattiti in 25 comuni di 8 regioni italiane, a partire da Salerno, dove lunedì 9 si è tenuto il convegno nazionale di apertura. La Settimana si concluderà domenica 15 maggio a Nomadelfia (Grosseto), “antesignana dell’accoglienza familiare in Italia”, dove una delegazione di famiglie affidatarie provenienti da diverse parti d’Italia incontrerà gli “eredi” di don Zeno Saltini.

L’avvenire dell’umanità dipende dalla famiglia.“Questa settimana - ha affermato don Silvio Longobardi, fondatore di ’Progetto famiglia’ - per noi operatori fa parte di una storia. Una storia che cerchiamo di costruire insieme, creando percorsi adatti alla vita delle persone. Giovanni Paolo II, nell’esortazione apostolica ’Familiaris Consortio’ del 1981, dice che ’l’avvenire dell’umanità dipende dalla famiglia’. Oggi questa importante figura della società è rappresentata come l’anello debole della catena, mentre dovrebbe essere ed è un’importante risorsa per il nostro Paese, e non solo. Importante, anzitutto, per quello che quotidianamente fa per l’educazione dei più piccoli con costante impegno. Un impegno a cui non viene dato il dovuto riscontro mediatico e a cui non viene riconosciuto il fondamentale ruolo sociale”. Per il fondatore di “Progetto famiglia, “l’accoglienza dei minori non appartiene solo all’ambito della carità ma a quello della cultura. C’è una cultura - ha precisato - che passa per la conoscenza, lo studio e l’approfondimento, e una che passa per la testimonianza di quei valori che mantengono viva una società”.

La giustizia minorile “attraversa una fase di estrema criticità”.

Lo ha denunciato Pasquale Andria, presidente del Tribunale per i minorenni, intervenuto lunedì scorso nel capoluogo campano al convegno di apertura della “Settimana del diritto alla famiglia” promossa dall’associazione “Progetto famiglia”. Un tempo, ha richiamato il magistrato, la giustizia minorile agiva come “punto di convergenza”, “posto privilegiato per il confronto tra i vari soggetti e attori coinvolti”; ora, invece, fatica a “mettere insieme i vari attori”, a seguito di un “passaggio da una giurisdizione ’potestativa’ a una ’di garanzia’”. “C’è bisogno che si guardi alla famiglia a partire dalla prospettiva bambini, dalla prospettiva figli, mentre troppo spesso la si considera nella prospettiva degli adulti, dei loro desideri che sono mutevoli, spesso anche egoistici. È ora d’iniziare a guardare alla famiglia dalla parte dei bambini”. Lo ha affermato il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, in un videomessaggio inviato ai partecipanti al convegno a Salerno. Il porporato ha sottolineato l’esigenza di “creare una mentalità nuova” e “prendere coscienza sempre più di quanto i bambini e i ragazzi abbiano bisogno della figura paterna e della figura materna, di un padre e una madre che si amino tra di loro e che, insieme, vogliano bene ai figli. Questo, purtroppo, per varie ragioni non succede, e allora sono estremamente meritorii la causa e l’impegno di voler non solo integrare nei confronti dei bambini la figura paterna e materna con l’affido, ma anche aiutare i genitori naturali a crescere ed essere sempre più capaci di svolgere la loro missione genitoriale ed educativa”.

(CORRIERE CESENATE)

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