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Sono una ragazza di 19 anni,  sono nata in una famiglia musulmana ...


dove le condizioni di vita sono veramente sfavorevoli per una ragazza. Mio padre ha tre mogli, ciascuna delle donne deve trovare come crescere i propri figli, perché mio padre,  come consuetudine nei musulmani, si disinteressa dei figli e soprattutto delle figlie. Mia madre ha avuto due figlie, me e mia sorella più piccola. Sin da piccola, a causa della povertà di mia madre, sono stata obbligata ad aiutarla al mercato, dove lavora. A 6 anni avevo già degli impegni precisi lavorativi: giravo per il mercato e per le strade con il piatto di miglio cotto da vendere. E quando non dovevo andare in giro, mia madre mi inviava a comprare il cibo da cuocere, ossia i fagioli, il riso, ecc.


A 8 anni ho cambiato lavoro, ma sempre nel mercato, infatti sono andata alla bancarella di mia zia per aiutarla a vendere le patate. Restavo al mercato dalla mattina fino alla sera e la zia poi mi pagava 200 o 300franchi. Naturalmente dovevo anche fare i lavori di casa : pulizia nel cortile, lavaggio dei piatti sia in casa che presso il mercato di mia madre, e altre cose.
Quando uscivo da casa per andare al lavoro, alle 6:30, uscivano anche i miei fratelli (da parte di padre) per andare a scuola. Ero contenta per loro, ma desideravo anche io andare a scuola, allora un giorno armata di coraggio, ho chiesto a mia madre di mandarmi a scuola. Lei ha accettato l’idea, ma quando lo ha comunicato a mio padre, si è rifiutato categoricamente, per fortuna mia madre mi ha sostenuta, e così, anche se con molta fatica, sono andata a scuola. Naturalmente non ho abbandonato il lavoro e durante la pausa del pranzo o nei fine settimana, andavo di corsa al mercato per aiutare mia madre. I miei sforzi sono stati da subito premiati, perché a scuola riuscivo abbastanza bene e infatti ora faccio il penultimo anno di liceo.


Lavoravo, e lavoro ancora, anche durante le vacanze, e in modo particolare durante le vacanze ho imparato altri mestieri come la tintura delle stoffe o anche a vendere per conto mio le stoffe, il tutto per guadagnare i soldi per andare a scuola. Ora sono serena, perché mia madre guadagna un pochino di più, così come mia sorella, per cui posso anch’io  finalmente venire a studiare al Centro Jean Paul II, utilizzando le opportunità che esso dà; infatti con il mio gruppo, studio presso una lavagna a noi affidata, ho la possibilità di prendere i libri alla biblioteca e di usare anche il computer per fare le ricerche in internet, ricerche che poi usiamo tutti noi del gruppo per fare i compiti in classe. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i benefattori che hanno permesso la costruzione del Centro, ogni giorno vedo le targhe affisse nei vari luoghi del Centro, e immagino che siano persone buone e timorate di Dio, a loro va il mio ringraziamento e anche la mia preghiera, perché da ottobre ho deciso di diventare cristiana e mi sto preparando al battesimo, perché ho visto che i cristiani ci aiutano tanto in maniera disinteressata e penso che diventando cristiana anche io, potrò allo stesso modo aiutare in maniera disinteressata gli altri. Grazie a tutti.

Nafissa Kourouaogo.

Maison de Rose

ADOZIONI A DISTANZA

FORMAZIONE GIOVANI