news/

Il Centro Aggregativo Don Enrico Smaldone apre le sue porte ai bambini e alle famiglie in difficoltà

DI PAOLA CINIGLIO

Tra le vie di Angri, cittadina campana in provincia di Salerno, ha aperto le sue porte il Centro Aggregativo Don Enrico Smaldone, l’ultima proposta di Progetto Famiglia, in collaborazione con la Fraternità di Emmaus, per stare accanto ai bambini e alle famiglie che vivono situazioni di disagio. Un luogo che profuma di storia, speranza e rinascita, dove i sorrisi dei piccoli diventano la luce che illumina il cammino, continuando quella storia tracciata da Don Enrico Smaldone, sacerdote angrese per cui è in corso la causa di beatificazione.

Appena si varca il cancello della Cittadella, l’atmosfera di gioia e condivisione che ti accoglie è incredibile. Il Centro Aggregativo infatti sorge all’interno della Cittadella Don Enrico Smaldone, in Via Adriana 18, proprio nel luogo dove il sacerdote dedicò la sua vita ad aiutare i bambini orfani di guerra. Sembra quasi di poterlo ancora vedere passeggiare lì, in mezzo ai piccoli che tanto ha amato. La sua storia continua e dona a questo progetto una luce speciale.

Ogni giorno, dalle 9 alle 13, il Centro accoglie quindici bambini dai 4 ai 9 anni, figli di famiglie in difficoltà che negli anni Progetto Famiglia e la Fraternità di Emmaus hanno incontrato e conosciuto attraverso i colloqui per la vita o l’Emporio della Solidarietà. Qui laboratori creativi, giochi e momenti di spiritualità si intrecciano per accompagnare i bambini, perché il tempo insieme non sia solo un parcheggio ma un percorso di crescita. Ogni settimana un tema diverso scandisce le attività: la vita, la famiglia, l’amicizia, i fratelli. Un modo per far riflettere i piccoli su ciò che li circonda, aiutandoli a sviluppare la loro sensibilità e la loro consapevolezza.

Oltre ai momenti di svago, il Centro Aggregativo Don Enrico Smaldone dedica ampio spazio alla riflessione e alla condivisione. Il “gioco del gomitolo” diventa un’occasione per parlare di sentimenti, amicizia e valori, mentre i laboratori didattici stimolano la creatività e la fantasia. Così hanno anche la possibilità di esprimere i loro sogni e le loro aspirazioni. Una bambina confida: “Non ho mai potuto fare la scuola per bene… Non vedo l’ora di cominciare il liceo, diventare un’insegnante di lingue e aiutare la mia mamma”.

I bambini sono accompagnati da un’equipe di ragazze che hanno scelto di dedicarsi, attraverso il Servizio Civile Universale con Progetto Famiglia, come volontarie in questo progetto per un periodo di 12 mesi. Tra loro c’è Alessandra, studentessa di scienze della formazione, che racconta: “Non me l’aspettavo, ma questo è il mio elemento. I bambini sono osservatori incredibili, e noi abbiamo il dovere di essere esempio per loro. Ogni giorno è una scoperta, sono loro che insegnano a noi”.

Maria, studentessa di psicologia, aggiunge: “Siamo studentesse e magari sogniamo anche questo nel nostro futuro, ma tra la teoria e la pratica c’è un abisso! È bello invece potersi confrontare con i bambini e non solo con quello che uno può apprendere da testi e manuali… In questo è veramente importante avere anche la possibilità di confrontarci con chi lavora come educatrice, ad esempio, e che, dalla sua esperienza, può darci tanti consigli”.

C’è infatti una rete organizzativa attorno a questa iniziativa, formata da persone che supervisionano il progetto, come Angela Pandolfi, educatrice in una delle case di accoglienza per minori che Progetto Famiglia ha aperto sul territorio. Tutte le competenze che ha sviluppato negli anni sono di un riferimento per comprendere come effettivamente poter stare accanto a ciascuno dei piccoli, e diventano occasione di una vera formazione.

Mentre rubo ancora un po’ di tempo a Maria per farmi raccontare qualche aneddoto, mi accorgo che i bambini iniziano a scalpitare. C’è chi corre, chi chiede la merenda, chi invece di essere aiutato… Mi sento di troppo, ma lei scoppia a ridere, mi dice di non preoccuparmi: è tutto nella norma. Gestire un centro per bambini non è un compito facile. Richiede impegno, pazienza, affetto e una grande dose di passione. Le volontarie lo sanno bene e si dedicano anima e corpo ai loro piccoli, facendo un grande gioco di squadra. “A volte ci rendiamo conto che è una prova anche per noi. Per quanto ti possono piacere i bambini, devi attivarti in modo diverso: sviluppare pazienza, coltivare affinità, dedizione. Trovare mille modi per aggirare la difficoltà dei bambini a restare concentrati. Devi essere dinamica, adattarti, saper cambiare in corso d’opera, recepire gli stimoli”.

Il Centro Aggregativo Don Enrico Smaldone rappresenta un punto di riferimento prezioso anche per le famiglie in difficoltà. Una mamma, commossa fino alle lacrime, chiede se il Centro è gratuito. Nel suo sguardo si legge la disperazione di chi lotta per dare un futuro ai propri figli. E la risposta, un semplice “certo!”, diventa un balsamo per il suo cuore ferito. Poi, una richiesta: scarpe per il figlio che sogna di giocare, ma non ha nulla ai piedi. Un piccolo gesto che racchiude il senso profondo di questo luogo: dare speranza, un passo alla volta.