Giusy è la new entry nella ”squadra” delle educatrici delle Oasi di Progetto Famiglia Accoglienza.

Il lavoro in una casa famiglia richiede tanto impegno, ma allo stesso tempo ti dona tante emozioni.
Un’educatrice entra nelle storie dei bambini, ne conosce i particolari e spesso le risulta complesso restarne distaccata e non lasciarsi coinvolgere e travolgere dal vortice della loro vita passata.
Giusy e le sue colleghe sanno bene però che anche grazie al loro impegno e a quello dei custodi delle case famiglia questi piccoli accolti potranno avere un futuro migliore. Una cosa non semplice è proprio quella di imparare ad essere coinvolti, ma non troppo, anche perché sanno che -fortunatamente- i bambini non staranno con loro a lungo e quindi devono saper accettare anche il distacco. Stare con un bambino accolto non significa solo fornirgli le cure materiali e soddisfare i suoi bisogni primari, ma occorre impegnarsi ad educarlo e a favorirgli una maturazione cognitiva ed emotiva.
Giusy è molto soddisfatta del suo lavoro, perché ogni giorno che passa comprende quanto l’affido sia importante, come sia fondamentale per un bambino crescere in un ambiente stimolante in cui lui è il protagonista della sua infanzia e non semplicemente un “qualcosa che è capitato”. Il bambino non va abbandonato a sé stesso, va amato e accompagnato in tutti i suoi passi fatti di piccoli e grandi traguardi raggiunti.
Non è facile essere educatore, hai delle responsabilità importanti, hai a che fare con la vita dei bambini (due nel caso di Giusy), hai il dovere di assicurargli un’infanzia serena. Per Giusy non esiste nulla di più bello che guardare i risultati raggiunti grazie al suo lavoro, che spesso consistono anche solo in una semplice parola imparata o nell’osservare con gli occhi pieni di stupore il bambino che riesce a stare in piedi. Piccoli passi che contribuiscono a formare un bambino. Ogni giorno Giusy si impegna a gettare un seme, perché è gettando un piccolo seme che col tempo crescerà un albero forte e robusto.

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