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Una pagina di diario del caro dottor Guerriero

“Ciao a tutti. Qui fa tanto caldo (35-39 gradi). Oggi abbiamo medicato una ferita chirurgica di un paziente operato due anni fa ma con un tragitto fistoloso continuo; aperto le valigie e catalogato le centinaia di scatole di farmaci passati indenni alla dogana e poi siamo andati all’ospedale San Camillo di Koupela, dove abbiamo fatto conoscere ai miei fratelli e ai miei amici la dolorosa realtà dei bambini malnutriti, la sala operatoria ecc. E abbiamo portato le 18 ragazze della Maison Yougbarè a fare lo screening per epatite B, C e AIDS. Quelle negative le vaccineremo contro l’epatite B.

Non poteva mancare il giro al mercato di Koupela, un bazar pieno di bancarelle, vicoli stretti, tanta vita, tanti colori, tanta povertà…

Nel pomeriggio siamo usciti da Ouaga e siamo andati a trovare la vedova a cui tre anni fa donammo una casa, ricordate? È stato bello rivederla, stringerle la mano, trascorrere un po’ di tempo con lei e con un bellissimo bimbo di una sua vicina. Praticamente un “Ciccio-bello” irresistibile, che ci siamo passati di braccia in braccia, godendo dei suoi occhioni meravigliosi, delle guance paffutelle e degli improvvisi, deliziosi sorrisi…

Rientrati a Koupela siamo andati a far visita ad un’altra coppia di amici, due non vedenti che vivono poveramente in uno dei quartieri più poveri di Koupela: Tambela. Ebbene anche qui si può essere più poveri di altri poveri… Abbiamo donato loro 25 kg di riso e 3 litri di olio. Per loro qualcosa di inacquistabile! Fuori dalla loro povera casupola subito si è formato un nugolo di bambini stupendi, anche se sporchi, scalzi magari e malvestiti. Avevano visto i “nasara”, i nazareni, come chiamano qui i bianchi, e speravano, senza osare chiedere, in un bon bon. Ovviamente non avremmo potuto negarglielo.

Quando il sole è tramontato, nel bel giardino dell’Oasi, abbiamo celebrato l’Eucaristia, allietata dai canti dei giovani anche in lingua Moore.

Dopo la messa, sotto la paillotte del giardino suor Caterina ha voluto che tenessimo un seminario su epatite B, epatite C e AIDS. Ragazze e ragazzi attentissimi per tutto il tempo. Non si sono persi una parola e alla fine sono fioccate tante domande.

Infine un’allegra cena con tutto il gruppo e le nostre care suorine.

La giornata ormai volge alla fine. Siamo stanchi ma molto soddisfatti di quanto fatto e pieni di… Gioia. Fare il bene fa bene allo spirito.”

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