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Caro diario…

Nel cuore di un viaggio missionario si intrecciano emozioni, speranze e sfide che plasmano l’anima del diario. Grazie a Salvatore avremo qualche pagina del suo diario che ci permetterà di esplorare le terre sconosciute e le connessioni umane profonde, testimoniando il potere trasformativo della solidarietà. In ogni parola si dipana la trama di un’avventura che va oltre la geografia, abbracciando il cuore della missione e il cammino interiore.

03/02/2024
Caro diario, questa mattina avevamo la sveglia puntata alle 6.30 ma il ragliare forte di un asino mi ha svegliato alle prime luci dell’alba. A seguire, un muezzin che chiamava i fedeli alla preghiera. Avrei dormito volentieri un altro po’ tuttavia mi sono ritrovato a sorridere perché questi suoni mi hanno ricordato che ero a Koupela, nella “nostra” casa africana, un luogo per me di grande pace interiore, di intense, profonde emozioni. Alle 7.00, nella piccola accogliente cappella dell’Oasi c’è stata la messa e, in una raffinata omelia, don Silvio ci ha ricordato di quanto sia importante ogni tanto starsene “in disparte” a dialogare con Dio, di quanto sia imprescindibile per un cristiano il fondamentale intreccio di Fede e Carità.

E quale luogo migliore dell’ Africa, per provare a comprendere fino in fondo questo binomio nel nostro cammino spirituale? Verso le nove la nostra guida, Paul, è venuta a prendere il gruppo e con lo scuolabus giallo abbiamo raggiunto il villaggio di Silmiugu (non ricordo di preciso come si scriva), dove nel 2021 donammo agli abitanti un pozzo di acqua potabile nel ricordo di mio padre e del papà di un amico fraterno. Non avevamo avvisato del nostro arrivo per cui non c’era ad aspettarci l’intera popolazione, come di solito accade, ma solo un anziano con la “delega” di capo – villaggio, alcune donne e qualche decina di bambini. Forse è stato meglio così. Ne è venuta fuori, infatti, una spontanea reunion improvvisata, come quando dei parenti lontani bussano alla tua porta inaspettatamente e ti trovano nella routine della tua vita domestica. Seduti sotto l’ombra di un frondoso albero, l’anziano ci ha accolti con parole semplici, esprimendo la gratitudine sua e del villaggio per il dono dell’acqua, che è vita, raccontandoci come questo pozzo abbia cambiato in meglio la loro esistenza. Abbiamo bevuto insieme l’acqua dell’accoglienza, che intanto alcune donne avevano preparato e, inaspettatamente, uscendo “fuori dal protocollo”, al momento dei saluti l’anziano non solo mi ha stretto vigorosamente la mano e mi ha abbracciato ma, avvicinando il suo viso rugoso con la canuta barba al mio, mi ha stampato un bacio sulla guancia con sincero affetto. Questo gesto mi ha profondamente emozionato perché, essendo il pozzo dedicato alla memoria di due padri, mi è sembrato quasi di ricevere questo bacio dal mio papà, felice che fossi venuto a fargli visita… Recatici al pozzo, abbiamo raccolto qualche foto e qualche filmato mentre i ragazzi del villaggio pompavano l’acqua ed i bambini più piccoli si raccoglievano gioiosi sotto la fontana a dissetarsi quasi senza sprecarne neanche una goccia. Successivamente abbiamo fatto visita ad un altro villaggio a cui negli anni scorsi l’amico Peppe e la sua parrocchia di San Lorenzo avevano donato un “mulino”, cioè un casolare contenente una macina a motore per il miglio e il mais. Abbiamo trovato tutto in stato di perfetta efficienza e con piacere abbiamo constatato di come questa iniziativa abbia reso la vita di queste persone più florida ed agiata rispetto al passato. Nel viaggio di ritorno, lungo una tipica strada di terra rossa, abbiamo “incontrato” un maestoso baobab. Non potevamo non fermarci ad ammirarlo da vicino soprattutto per il piacere di alcuni nostri compagni di viaggio per la prima volta in Burkina Faso. Dopo pranzo, nella calura del primo pomeriggio (33 gradi centigradi sul termometro) ci siamo recati tutti al mercato di Koupela con la simpaticissima suor Lea, maestra delle contrattazioni al ribasso con i commercianti locali. Ci siamo volutamente persi tra i dedali di stretti vicoletti, a stretto contatto con un’umanitá esuberante, incroci di sguardi, sorrisi, i colori delle spezie e degli ortaggi, alcuni sconosciuti, odori a tratti piacevoli a tratti acri e pungenti… Nel tardo pomeriggio messa in cattedrale, gremita come al solito, con tantissimi canti e balli dai banchi dei fedeli. Alla sera suor Elodie e le altre suorine hanno organizzato una piccola festa in giardino, sotto la paiotte dove abbiamo conosciuto meglio le ragazze della casa delle studentesse, che hanno ballato per noi. Alcune, poco più che bambine, altre più grandicelle. Tutte fortunate ad aver incontrato l’Oasi di Santa Teresa, che permetterà loro di studiare e vivere in un ambiente protetto e poter provare a ritagliarsi un futuro migliore. I simpaticissimi Vincenzo e Guido hanno poi inscenato un esilarante siparietto sulle note del “ballo del cavallo”, coinvolgendo tutti noi e le ragazze del foyer in un clima di allegria e partecipazione.