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Diario di bordo – Giorno 6: L’eco di un’amicizia

Oggi quattro dei missionari presenti, Guido, Antonio, Giuseppe e Vincenzo, ci hanno lasciato per tornare a casa. La loro partenza è stata accompagnata da un ultimo sacrificio: l’aereo, previsto per le cinque del mattino, è partito con ore di ritardo, solo alle 11. Erano stremati, e non posso che ammirare la loro pazienza e dedizione.

In questi giorni ho avuto il privilegio di conoscerli meglio. Spesso li vedo solo quando frequento la comunità, ma qui, condividendo spazi, fatiche e gioie, ho avuto l’opportunità di scoprire davvero chi sono. Nutro un profondo rispetto per ciascuno di loro: uomini che hanno lasciato alle spalle i loro bambini, il lavoro, gli impegni quotidiani per dedicarsi completamente a questa missione. Sono testimoni autentici di un amore che non resta mai solo a parole, ma si traduce in gesti concreti, pieni di significato.

Questa storia che ci ha uniti, questo cammino condiviso, è già una fonte di gioia. È incredibile come, anche in pochi giorni, si possa creare un legame così profondo, un’eco di amicizia che risuonerà a lungo dentro di noi.

Oggi, prendendo il loro posto in un lavoro che stavano svolgendo in chiesa, ho riflettuto sull’importanza di ciò che stiamo realizzando insieme. Ognuna di queste persone ha contribuito con impegno e dedizione a quest’opera e mi sento onorata di poter portare avanti il loro lavoro. Questa sarà la prima chiesa dedicata ai coniugi santi Luigi e Zelia Martin, genitori di Santa Teresa del Bambin Gesù. Mi emoziona profondamente sapere che, anche nel mio piccolo, sto contribuendo a un progetto così grande e significativo, un’opera che porta con sé la nostra generosità e la nostra testimonianza.

Sempre di più comprendo una verità semplice ma potente: quel poco che io do viene ripagato mille volte di più. In questa missione sto ricevendo doni immensi, in termini di amicizia, gratitudine e amore condiviso. E questo è qualcosa che porterò con me per sempre.