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Diario di bordo – Giorno 7: Messa domenicale

Oggi ci siamo recati in un villaggio poco distante per partecipare alla messa domenicale delle 9 del mattino. La chiesa, un semplice edificio di quattro mura con un tetto di lamiere, era già gremita al nostro arrivo. Portavamo con noi le nostre sedie, perché ogni posto disponibile sulle panche era già occupato. I bambini erano seduti davanti, gli adulti dietro, e in un angolo si trovava il coro, numerosissimo e vestito in maniera uniforme.

Anche fuori dalla chiesa, sotto il patio, la gente si accalcava, desiderosa di partecipare. Quando la messa è iniziata, puntuale, siamo stati immediatamente rapiti dall’energia del coro. La loro musica era semplicemente meravigliosa: canti ritmati, pieni di vita, accompagnati da movimenti leggeri e spontanei del corpo.

La celebrazione si svolgeva nella lingua locale, ma il sacerdote ha scelto di fare l’omelia in francese, un gesto di grande cortesia nei nostri confronti. Era come se volesse includerci pienamente in quel momento di fede e comunione.

Poi è arrivato il canto di comunione, un momento che non dimenticherò mai. Tutti, dai bambini agli anziani, cantavano a gran voce, battevano le mani e si muovevano al ritmo della musica. Alla fine, l’esplosione di gioia è stata travolgente: un’espressione pura di fede e gratitudine, che non conosce confini né barriere culturali.

Mi sono sentita profondamente unita a questo popolo, nonostante le differenze di lingua, tradizioni e vita quotidiana. Un’unica lode, un solo Dio, un solo cuore. Avevo le lacrime agli occhi, non di tristezza, ma di gratitudine e di commozione per aver vissuto un’esperienza così intensa di comunione e fede.